Qualche mese fa, di notte (come si fa per pianificare una rapina), l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha deliberato la messa in circolazione nel mercato della pillola RU486, la pillola attraverso cui è possibile abortire senza neccessità di intervento chirurgico. Faccio una premessa. Qualche giorno fa il Senato ne ha bloccato la vendita, proprio per chiarire quel concetto, chiaramente espresso nella 194, che vieta inesorabilmente di abortire fuori dall’ospedale (il problema si pone quindi se una donna in gravidanza decide di ricorrere alla RU486 senza ricovero in ospedale). E’ da sottolineare, infatti, che assumere questa pillola non è una passeggiata. Oltre ad avere conseguenze psicologiche sulla persona che ne fa uso, è importante sottolineare che può comportare diverse gravi conseguenze fisiche. Non si può equiparare, quindi, la RU486 ad una aspirina. E il problema che si pone è proprio questo. Questa compressa potrebbe rappresentare davvero un’arma contro la vita. Lo dico perchè in Italia, a causa del falso moralismo che spesso motiva le critiche di molti, su diversi argomenti e in particolare su questo, c’è poca informazione e senso di responsabilità. Io sarei curioso di vedere in faccia quei signori, che sedevano a quel tavolo su Via Laurentina, e sapere quale risposta mi darebbero alla domanda: Se tra le pratiche abortive con la RU486 ci fossi stato tu a subirne le conseguenze? Sono quasi certo che diventerebbero pallidi come un limone. Ma il problema non è neanche questo. L’aborto e di questo ne sono stato sempre convinto, è uno di quei temi su cui bisogna fare attenzione e parlarne in modo approfondito, per evitare di cadere nelle banalità e nelle convinzioni, di cui io non sono convinto, del “giusto o sbagliato a priori”, proprio di chi fa della superficialità un suo mestiere. Sorrido spesso quando sento dire che l’aborto è un diritto. Io invece rispondo che la vita è un diritto. Da conquistare. Sono convinto che se le giovani generazioni fossero informate, per filo e per segno, su quali metodi contraccettivi utilizzare per evitare “incidenti indisiderati”, credo che non ci sia bisogno di commercializzare una pillola. Penso che se ogni ragazzo e ragazza fosse informata/o su quali pericoli rischia di correre ogni volta che fa attività sessuale senza pensare ad alcun tipo di protezione, se venissero responsabilizzati quindi su questi temi sessuali, bandendo una volta per tutte questa maschera propria del modernismo e del cattolicesimo sfrenato, non ci sarebbe bisogno di mettere in commercio una pillola abortiva. Le case farmaceutiche farebbero bene ad abbassare i prezzi dei preservativi, cerotti: i problemi vanno risolti dalla base. Fino a quando ci si convincerà del contrario, continueremo a mettere “pezze” in un sistema che sta fallendo. E perchè non mettere distributori davanti alle uscite di scuole, università? Il problema è questo: di sesso e dei suoi pericoli nessuno ne vuole parlare, ma intanto si immette nel mercato una pillola che consente l’aborto. Finiamola con questa maschera degna del più bel periodo dell’Età Vittoriana. Metto poi un punto di domanda, proprio di chi diffida delle apperenze, dopo i seguenti perchè: perchè commercializzano la RU486 e non investono sulla famiglia? Perchè un ragazzo, oggi, con la crisi, con l’affitto, senza casa, dovrebbe farsi una famiglia? Probabilmente perchè a qualcuno fà comodo che la situazione non cambi. Probabilmente perchè la mentalità moderna (e vi prego non trattatemi come un tradizionalista o un conservatore alla Schwarzenegger) ha talmente la nausea di se stessa che cerca, nella scienza, la risposta alle domande a cui solo la vita può rispondere. E’ la scienza che dipende dalla vita. Fino a quando l’uomo “scientifico” non capirà questo, saremo ben lontani dalla luce vera della vita, che non ha sfumature “divine”, ma “umane”. Forse, per ora, ancora troppo “umane”.
C.F.
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